Manca circa un mese all'inizio della scuola per otto milioni di studenti italiani.
Le date del rientro a scuola variano da regione a regione: in Abruzzo, Piemonte e Friuli si parte a esempio il 10 settembre, una settimana dopo nelle Marche, in Emilia e in Calabria. Ci saranno però due incognite:
la prima riguarda la questione vaccini, con i presidi alle prese con le autocertificazioni; la seconda riguarda il fatto che ci potrebbero essere ancora molti supplenti in cattedra.
Il caos vaccini è tutt’altro che chiarito, come riportato da un articolo del Sole24ore. Per ora sembra prevalere quanto detto a chiare lettere dai presidi: "allo stato delle cose, se non verrà presentato all'inizio dell'anno scolastico il certificato di avvenuta vaccinazione della Asl, non potremo permettere la frequenza dei bimbi a scuola, a nidi e materne".
Per i dirigenti scolastici continua infatti a valere la legge Lorenzin, in attesa che a settembre - ma non in tempo per l'inizio dell’anno scolastico - venga approvato il decreto milleproroghe che rinvia di un anno l'obbligo dei vaccini per l’iscrizione a materne e nidi.
Per i dirigenti scolastici resta l’obbligo su dieci vaccinazioni (polio, difterite, tetano, epatite b, pertosse, Haemophilus influenzae di tipo b; morbillo, rosolia, parotite, varicella ).
Se i genitori non li vaccinano, tra zero e sei anni i bambini non possono accedere a nidi e materne fino ad avvenuta vaccinazione o presentazione della prenotazione presso l’Asl; mentre da sei a sedici anni possono accedere a scuola ma rischiano multe da 100 a 500 euro.
Per l’anno scolastico 2017/2018 (in via transitoria), la legge Lorenzin prevedeva la possibilità di presentare l'autocertificazione o la prenotazione della seduta presso l'azienda sanitaria.
La strada dell'autocertificazione è stata prorogata da una circolare della ministra della Salute Giulia Grillo - che ha presentato anche un Ddl sull’"obbligo flessibile" - e dell’Istruzione Marco Bussetti.
Che però i presidi hanno contestato facendo prevalere la norma del decreto sulla circolare. Lo scontro è ancora in corso, con il ministro Bussetti che alla fine sembra appoggiare i dirigenti scolastici: "È opportuno considerare le preoccupazioni dei dirigenti scolastici, che costituiscono snodo fondamentale per il sistema di istruzione e formazione.
In sostanza, chi ha provveduto a vaccinare i figli o ha in mano una prenotazione per la vaccinazione non deve temere nulla. Per chi punta sull’autocertificazione la strada migliore è quella di informarsi presso l’istituto dove sono iscritti i figli per capire se sarà sufficiente.
Stanno arrivando già molte segnalazioni da diversi uffici scolastici per i posti su cui sono state autorizzate le assunzioni ma che non potranno essere coperti per mancanza di aspiranti: "Spesso perché i percorsi Fit (formazione iniziale e tirocinio) da cui si dovrebbe attingere non sono ancora stati conclusi", avverte Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola, che suggerisce di trovare una soluzione "che faccia salva, almeno giuridicamente, la copertura dei posti dal 1° settembre per chi nel frattempo concluderà la fase concorsuale in atto".
"Negli Uffici scolastici provinciali - accusa Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda - si stanno svolgendo le operazioni relative alle immissioni in ruolo dei vincitori del concorso 2016 e anche dei partecipanti ai Fit, cioè i docenti abilitati della scuola secondaria inferiore e superiore che sostengono il concorso non selettivo. In molte regioni le procedure stanno andando molto a rilento, con il rischio concreto che le graduatorie non vengano completate entro il 31 agosto e che le cattedre disponibili continuino ad essere coperte da supplenti annuali anche l'anno prossimo".