Un contratto atteso da oltre 10 anni e la busta paga che stenta ad aumentare. L'aumento previsto per gli insegnanti è infatti poco più di 50 euro al mese.
Al momento del rinnovo del contratto però, firmato il 20 aprile scorso, si parlava di aumenti di 110 euro lordi mensili. Ma, al netto delle trattenute, la somma in arrivo a giugno sarà decisamente inferiore.
Il sindacato Anief definisce gli aumenti “pochi, maledetti e neanche subito” visto che l'attesa è stata protratta fino al mese di giugno. Degli 85 euro di media promessi, in tasca ai docenti ne arriveranno appena 50. Come è possibile? Italia Oggi, dati alla mano, ha fatto un rapido calcolo e i conti, a ribasso, tornano: “gli aumenti sono stati calcolati al lordo dipendente: una formula che indica l’importo comprensivo dei contributi previdenziali a carico del lavoratore (11%), dell’Irpef e delle tasse comunali e regionali.
Visto che al crescere degli importi spettanti sale anche l’imposizione fiscale, la somma da versare in busta paga al netto delle trattenute si aggira mediamente intorno ai 50 euro, per tutte le qualifiche del comparto, docenti, amministrativi e personale ausiliario. Questo a prescindere dalla qualifica ricoperta e dall’anzianità di servizio.
Come riportato da Il Mattino.it, “un docente di scuola superiore con 30 anni di anzianità ha diritto a 106,7 euro di aumento lordo mensile a cui vanno tolti i contributi previdenziali a carico del lavoratore pari all'11%, abbassando così l'imponibile a 95 euro. Da questa somma viene tolta l'aliquota Irpef al 38% e si arriva a 59 euro, a cui verranno sottratti uno 0,5% delle tasse comunali e l'aliquota per l'addizionale regionale pari al 2%. Risultato: 55 euro netti in busta paga.
“Alla luce di questi dati , che danno la consistenza reale della ristrettezza degli aumenti e degli arretrati – spiega Marcello pacifico, presidente dell'Anief - rimane abissale la distanza tra quanto avrebbero dovuto percepire i lavoratori della scuola e quanto giungerà nei loro stipendi. A questo punto, considerando la presa in giro cui il personale è stato sottoposto, con gli aumenti “mancia” che arriveranno nel volgere dei prossimi 50 giorni, secondo noi è lampante che per avere giustizia sul fronte stipendiale non rimane che attivare la battaglia nei tribunali”.