Rinnovo del contratto insegnanti: trattative per aumenti e nuovi diritti-doveri

   
Rinnovo del contratto insegnanti: trattative per aumenti e nuovi diritti-doveri

Questa è una settimana decisiva per il rinnovo del contratto della scuola, scaduto il 31 dicembre del 2009. Giovedì 11 gennaio ci sarà infatti un altro incontro per avanzare nella trattativa, che procede tra diverse difficoltà.

L'obiettivo del governo - che contratta attraverso l'intermediazione dell'Aran, l'Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni - è di concludere entro il prossimo 4 marzo, data delle elezioni politiche per il rinnovo del Parlamento e regionali in Lombardia e Lazio.

Il percorso però non è semplice: l'incontro dello scorso 4 gennaio tra Aran e sindacati non ha prodotto i risultati sperati, e rimangono ancora diversi problemi insoluti, ecco quali.

L'aumento contratturale, ancora lontano dalle aspettative.

I docenti e gli Ata (personale amministrativo, tecnico e ausiliario) fanno parte del pubblico impiego; a loro è stato proposto lo scorso novembre 2016 un aumento medio lordo di 85 euro al mese. In totale sono attorno al milione e 100mila addetti ai lavori: 800mila insegnanti e 300mila Ata, ma le risorse per assicurare questo incremento sullo stipendio non sono al momento sufficienti.

La cifra garantita è per il momento 73 euro al mese da spalmare in tre anni: 10/13 euro nel primo, 20 nel secondo e 40 nel terzo anno. Questi sono però aumenti lordi, che sullo stipendio si ricercano di circa la metà.

Per questo motivo, durante le scorse settimane è partita una petizione online sottoscritta da 80mila insegnanti, che diffida i sindacati dal sottoscrivere un contratto con risorse così risicate. La cifra ritenuta adeguata è di 200 euro netti al mese di aumento, 400 euro lordi circa, ma al momento questa ipotesi è lontana.

Secondo l'Istat, dal mese di gennaio 2010 al novembre 2017, i prezzi al consumo sono aumentati del 9%. Per recuperare il potere d'acquisto che le retribuzioni degli insegnanti avevano nel 2009, in base a uno stipendio medio di 1.500 euro al mese, l'aumento dovrebbe aggirarsi quindi attorno ai 135 euro netti mensili: circa 270 euro lordi, il triplo di quanto offerto da governo.
Ancora più spinosa la questione degli arretrati: sulla base degli 85 euro lordi, per il triennio 2016/2018 - cui si riferisce questo contratto - il governo dovrebbe sborsare 2mila euro di arretrati per ogni insegnante, ma anche in questo caso la proposta si ferma a 450 euro.


Le proposte dei sindacati

Per un incremento delle risorse, i rappresentanti dei lavoratori chiedono di fare rientrare nel budget degli aumenti i 200 milioni che servono a premiare ogni anno i docenti migliori e il Bonus formazione (da 500 euro netti all'anno) pari a circa 383 milioni. In questo modo, l'aumento per i soli docenti potrebbe arrivare a circa 135 euro lordi al mese, 70 euro netti. Ma il governo avrebbe già rispedito al mittente questa proposta, che svuoterebbe completamente la Buona scuola dei suoi contenuti principali: bonus merito e bonus formazione.

Francesco Pantaleo, a capo della Flc Cgil, afferma su Repubblica: “La trattativa è appena iniziata. Non escludiamo il ricorso a tutte le iniziative di mobilitazione necessarie per raggiungere gli obiettivi fondamentali, compreso lo sciopero".

L'aumento non è però l'unico problema, ma anche le relazioni sindacali. Con il decreto Brunetta, nel 2009, sono state sottratte parecchie materie alla contrattazione, assegnandole ai dirigenti scolastici; l'obiettivo è quindi recuperare quanto perduto.

I nuovi diritti e doveri degli insegnanti

Andrà riscritta anche la parte normativa del contratto, inerente i diritti e i doveri, le relazioni sindacali, la formazione e l'orario di lavoro.

Molti temono che dietro gli aumenti si nasconda un incremento dell'orario di lavoro dei docenti ben superiore agli aumenti in questione. Infatti tra contratto vigente - la cui parte normativa risale al 2006 - e Buona scuola c'è un disallineamento di mansioni che oggi vengono retribuite a parte, seppure con cifre modeste.
La parte normativa contemplerà quindi tutta una serie di nuovi incarichi da svolgere che saranno retribuiti con i 73/85 euro lordi omnicomprensivi dal governo-Aran.
Sul rinnovo di questo contratto quindi c'è poco ottimismo; alla fine lo potrebbero sottoscrivere solo i tre sindacati confederali: Cgil, Cisl e Uil.

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